E, incomminciando dalla prima che dice, che, bassandosi il peso, rovineria il mondo, perché si disordinaria tutta l'Europa, giaché tutta ha al detto argento stabilito un medesimo prezzo sotto diverse qualitá di moneta; questa ragione non è di considerazione alcuna.
Prima, ché, se detto bassare di peso causasse un tanto beneficio di fare abbondare il Regno d'argento, poco si dovria curare dello disordine delli Stati altrui. E in questo si contradice a rispetto di aver lodato la provisione di Marco Antonio Colonna, che, per fare abbondare Sicilia di monete, crebbe la valuta del ducato napolitano cinque per cento; quale provisione, secondo lui, causò che li danari di Regno andassero in Sicilia, e non si curò del disordine o danno d'altro regno, e pure era del medesimo patrone: del che si è ragionato di sopra.
Secondo, non so donde procederia questo disordine di tutta Europa da questo bassare di peso, perché le monete di Regno si può dire che in nisciuna parte d'Italia siano pratticabili fuorché in Roma e Sicilia, dove se ne ritrova alcuna puoca: in altre cittá d'Italia non ve ne è alcuna quantitá, che, se ve ne ritrovasse un migliaro o che ve ne andasse, saria il piú. E, per farli conoscere questo suo pensiero essere falso, si dice che la ragione per la quale fonda il disordine è falsa. Poiché dice essere la causa che tutta l'Europa ha stabilito un medesimo prezzo all'argento, e questo non è vero; e, se fusse vero con gli altri paesi, non è vero con il Regno, essendo difforme il prezzo dell'argento statuito in Regno da quello, non dico delle parti lontane della medesima Europa, ma delle vicine, come è dell'Italia medesima, essendo piú valutado l'oro e l'argento in Regno di qualsivoglia parte d'Italia, come si è detto nella prima parte.
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