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      E tutte quasi pareno impossibili a levarsi, o difficilissime, o con ruina e danno del Regno tutto o d'infiniti particulari, che forsi, tentando questi remedi, saria un causare maggior male. E, per far meglio intender questo, se si vuol parlare di levare la causa dell'entrate che tengono forastieri, questo non si potria fare se non col ritornar loro li denari; e questo, oltre d'essere impossibile al Regno, quando fusse, non li saria espediente, ché saria privarlo afatto nel stato che si ritrova, e non farlo abbondare di denari. Se si dice che si deveno sospendere per alcun tempo, non dico li sei mesi detti dal detto De Santis, ché nulla giovaria, ma molto maggiore, né l'uno né l'altro permette la legge; e cosí si diria impossibile per legge. E se mi si dicesse che non si deve dire impossibile per legge, poiché l'utile publico si deve preferire al privato, e, importando salvare un regno, la legge non tiene conto della ruina de' privati per la ragione predetta, e non solo permetterlo ma commandarlo: rispondo tutto esser vero; ma prima bisogna esser certo che di nissun altro modo si possa riparare alla ruina universale e danno publico che con la ruina e danno de' particolari; secondo, che il detto danno e roina de' particolari non causi e importi altro danno publico e universale, ché in nissuno de li doi modi dalla legge si permette il danno privato; e nel caso nostro non vi è né l'una né l'altra certezza, ma pericolo grande del secondo. E il simile si dice dell'altra parte della causa, cioè dell'industrie che fanno forastieri in Regno: ché, volendo levar questa causa, oltre del danno de' privati, saria privare il Regno del commercio; e, per la robba che viene da fuora per il bisogno del Regno, pare impossibile semplicemente, ché, non pagandosi, non si avranno.


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Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458

   





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