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      Sí che voler remediare con levar la causa, che pare il remedio piú sicuro e certo, in alcuna parte è impossibile, in alcuna pericoloso e forse causa d'altro maggior danno: perciò difficilissimo si dirá il remedio, e tanto piú difficile quanto altro che levar la causa pare impossibile, e, se altro remedio apparente si ritrovasse, meno potria far l'effetto, mentre è verissima la proposizione che durante la causa dell'infermitá durerá sempre l'infermitá.
      Circa la seconda causa della penuria delle monete, che è il defetto degli accidenti communi, quale per levare, bisognaria introdurli; e, se questo remedio non si ha da dire impossibile per essere accidenti communi, quali si è detto possere accadere a ogni regno, sará difficilissimo, sí per esser di sua natura difficile, bisognandovi non una cosa sola, ma molte e molte per introdursi che produca l'effetto. La difficoltá l'accresce la contraria inclinazione della gente del paese, come si è detto nella prima parte; e il tutto ha da dependere dall'ultimo accidente commune, che ha da movere, disponere e conservare gli altri accidenti, quale similmente si è detto difficilissimo essere da essercitarsi al proposito, oltre d'altre difficoltá minori e particolari. Per lo che, da questo e altro che si può considerare, si conclude gli espedienti predetti essere difficilissimi semplicimente intesi: si avrá dunque da vedere se vi è modo di facilitarli.
     
     
     
      CAPITOLO VIII
     
      Se, non ostante la difficoltá, si possa reparar alla penuria e introdur l'abbondanza.


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Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458