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      E, per dare alcuna similitudine vicina in questa materia, come con alterare li mezzi o impedirli s'impedisca l'effetto, e per indiretto si ovvia che una causa contingente non lo produca, portarò la provisione fatta un tempo nel Stato di Santa Chiesa, quale dice il detto De Santis essere stata tolta dalla felice memoria di Clemente ottavo (dico l'ordine che si cambiava dalle fiere di Piacenza e altre in Roma in scudi d'oro con ducati d'oro di Camera, ordinando che si cambiasse in scudi d'oro dell'"otto stampe" e non in ducati predetti), lodando detta provisione del predetto pontefice, perché detto ducato d'oro non era moneta effettiva, ma figurata. Lo che non fu bene inteso dal detto pontefice con quanto discorso e maturo giudizio e prudenza fusse ordinato dal suo predecessore che l'ordinò, che non solo ordinò che il cambio in Roma non si pagasse eccetto con ducati d'oro detti di Camera (e la parola vecchia e nuova è stata agiunzione, dopo che incomminciorno ad abusare detto ordine, e li successori non conobbero l'importanza, e per questo poco se ne curorno e permessero che si pagasse un scudo d'oro con quelli baiocchi di piú che dice), ma volse ancora che si pagassero di detta moneta di docati di Camera tutti li deritti di dataria e cancellaria, con altre ragioni di Camera; quale ordine dopo si abusò, come si è detto. Né è vero che fusse moneta figurata e non effettiva, ma era moneta realissima ed esistente, ed era di oro puro, quale sempre si è fatta, infin che, non so per che causa, in Italia s'introdussero li scudi, alterando l'oro della sua bontá de carati 24 e reducendolo in 22, con mescolar o argento o rame o tutt'e duoi insieme, secondo diverse proporzioni, facendone scudi; de la quale moneta di docati di Camera predetti insin al tempo nostro se ne vede, che è un ducato d'oro puro, ma non del peso dell'ordinario, con una impronta d'una navicella, che volgarmente si dicono "della navicella". E dico che, quando il detto pontefice Clemente ottavo avesse inteso e conosciuto a che fine fu ordinato questo, e quanto beneficio possea causare di far venire denari in Roma, l'osservanza di quello avria tolto l'abuso di pagarsi, come dice, un scudo con un tanto di piú in luoco del ducato, e lo avria redotto nell'osservanza ch'era stata in tempo antico, con altre provisioni necessarie per farvela stare.


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Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458

   





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