Ma egli medesimo aveva pur veduto nel sacro Genesi (2) che Abramo, il quale "erat dives valde in possessione auri et argenti", comprò da Effrone il campo per sepellire la moglie, pagandone per prezzo "quadrigentos siclos argenti probatae monetae publicae", dice la Volgata, o pure "currentis inter mercatores", secondo l'ebraico testo. Allo stesso Abramo furono numerate mille monete d'argento da Abimelech, oltre molte pecore ed armenti (3). Giuseppe fu venduto venti monete d'argento da' suoi fratelli a' madianiti mercanti. Onde siamo bensí certi che in quei tempi usava il mondo, almeno nelle parti orientali, la moneta d'oro e d'argento; ma, quanto al rame, io non so se il Davanzati ne possa aver trovato l'uso in moneta, piú antico di questo, presso qualunque autore, onde dir si possa assolutamente dalle genti essere stato il rame prima degli altri metalli in moneta ridotto. Vero è che Wilebrordo Snellio, De re nummaria, fa dubbio in quell'"appendit monetam", quasi che non fosse argento coniato ed il siclo non fosse a quei tempi una moneta intiera da sé, ma un peso particolare; onde il dire "appendit monetam quadrigentos siclos" sia come se dicessimo: "egli pesò quattrocento once d'argento". E la veritá si è che il siclo non era solo nome di una specie di moneta, ma anche d'un peso particolare; come in Grecia la dramma era nome e del peso, che era l'ottavo d'un'oncia, e della moneta, onde altre monete di due e di quattro dramme "didrachme" e "tetradrachme" si chiamavano; e fra noi l'oncia è nome non solo d'un peso, ch'è la duodecima parte della libbra, ma d'una longhezza, ch'è la duodecima d'un piede.
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