Ma né meno per questo dire dello Snellio mi partirei dall'opinione che il siclo fosse effettiva moneta coniata con qualche segno della pubblica autoritá, mentre la chiama il sagro testo "moneta pubblica approvata" o pure "argento corrente fra' mercanti". Anche in Venezia si spendono le doble ed altri ori "a marco", che vuol dire "a peso": dicendosi, per esempio, "doble numero 200 a marco 197 1/2", conforme si trova col peso, che siano difettive dal giusto; ma non perciò resta che le doble non siano monete pubbliche ed approvate e correnti fra' mercanti. Checché ne sia però, egli è certa cosa che di piú antica moneta non è stata fatta menzione da scrittore alcuno, perché ne' tempi prima d'Abramo non abbiamo, fuor delle tavole, alcun'altra notizia, per quanto ne parla il sacro testo. Onde resta evidente che tutti coloro, che hanno voluto direi chi fossero i primi inventori che misero in uso la moneta, si fondano su deboli congetture, e che molto piú sicura congettura di tutte si è il dire che non lo sappiamo; lasciando che Plinio (4) dica che il primo, che trovasse l'uso di vendere e comprare, fosse Basso; e che Strabone racconti che in Egina si battessero le prime monete, Erodoto in Lidia, Lucano in Tessaglia, altri in Nasso, altri in Attica. Tutte vanitá, perché, trattane l'ebraica dalle altre nazioni, pur troppo scarse sono delle piú antiche storie le notizie a noi derivate, mentre, fuori delle greche, non senza sospetto di mendacitá, e delle latine, alquanto piú certe, degli altri popoli è vano il ricercare i fatti de' loro primi secoli; anzi nella Grecia stessa io ritrovo molto difficile rinvenirne il vero.
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