È certo che nel paese degli azavaghi, di cui parla messer Alvise da Mosto nobile veneto (15), ed in altri regni dell'Africa usano per moneta minuta queste lumachette. Anzi nell'Asia per tutto il regno e costa di Malaga e di Bengala nel Pegú, e per molti altri regni circonvicini hanno gran corso simili conchiglie per moneta, e si pigliano nell'isole di Borneo, Bantam, Maldive ed altre; ma sono di sí poca valuta in que' paesi, che una gallina si vende quattrocento di tali lumachette. Anzi è da notare che da queste dell'Asia a quelle d'Africa v'è questa differenza: che l'africane sono tutte bianche, e quelle d'Asia hanno una linea gialla per mezzo, né altro che quelle si accettano.
Nel regno di Senegal racconta il predetto messer Alvise da Mosto che non usavano alcuna sorte di moneta quei mori, ma barattavano cosa per cosa. Niccolò Conti veneto, in una sua relazione appresso il Ramusio (16), vuole che in certe parti dell'Indie si usino in luogo di moneta certe carte sopra le quali è scritto il nome del re, che sono forse le stesse che narra Marco Polo, come sopra dicemmo; ed aggiunge che queste nel Cataio ogn'anno si riportano alla zecca per farle rinnovare, con pagar due per cento, e le vecchie si gettano subito sul fuoco. E nella Nuova Spagna in America usavano per moneta i semi di cacao, che è l'ingrediente principale del cioccolate, bevanda che, dagli spagnuoli portata da quei paesi, si è fatta ne' giorni nostri comune anche all'Italia; e dice Diego Godoi, in una sua relazione, che valeva a suo tempo come un mezzo marchetto da noi ogni grano: che mi pare gran prezzo, trattandosi di moneta che seminata moltiplica.
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