Ora l'aspro turco, ragguagliato alle nostre monete, valeva giá quanto un baiocco di Roma e due soldi veneziani in circa, perché 80 aspri valevano una pezza da otto di Spagna; ma, dopo che li bassá delle province lontane da Costantinopoli hanno cominciato a farne battere di lega bassa, accordandosi con partitanti ebrei per cavarne profitto privato per sé, hanno cominciato a correre sino a 120 aspri per una pezza da otto, che sono 4 quattrini di Bologna, o sia un soldo e 1/2 di Venezia per aspro.
Queste sí picciole monete d'argento non sono però di cosí picciola valuta, che basti per la povera plebe ed alle sue minute spese, perché noi vediamo quanto frequente sia nello Stato veneto l'uso de' bezzi, de' quali quattro farebbero a fatica un aspro di buon argento: onde un povero uomo, con un aspro diviso in quattro parti, comprarebbe quattro cose diverse per suo uso, e, per non avere se non aspri intieri, non ne compra che una, o spende quattro aspri per averne quattro. E nella Lombardia i sesini di Milano e de' duchi; in Roma, Bologna e Toscana il quattrino; e insomma per tutta la cristianitá la moneta minuta (che, forse per essere fatta di metallo basso e vile, è detta da' francesi, spagnuoli e da molte altre nazioni "viglione", e che si divide in pezzi di valuta molto minore dell'aspro d'argento), è cosí necessaria, che, sebbene in Turchia, ove non è in uso, se la passano i poveri con pazienza, non ispendendo meno d'un aspro in cosa che sia, non sarebbe però sí facile il privarne questi altri popoli, che di giá nell'uso d'essa son nati ed invecchiati; e li miserabili, che vivono di limosina, molte volte ne resterebbero privi, perché colui al quale non è grave donare un bezzo, un soldo, non potendo donar meno d'una moneta d'argento di quattro bezzi, tralasciarebbe di darla.
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