Che se le gabelle con monete calanti si pagano, ne va il danno al pubblico erario; se con monete di peso, ne ha il danno chi le paga, perché vende poscia a monete scarse, e per rifarsene cresce il prezzo; e se a gabellieri è assegnato di far pagamenti ad altri, che dal pubblico ricevono soldo o per stipendio o per credito, sanno ben anche approfittarsene, pagando con monete piú scarse: il che per altro ho io udito tante volte di belli spiriti difendere per tolerabile non solo, ma utile ancora alla cittá.
CAPITOLO XII
Danni che dall'alzamento delle monete provengono all'erario del principe ed alle borse de' privati.
Quegli uomini, che, caduti talora in cattiva disposizione di salute, non ponno soffrire le regole che loro prescrive il prudente fisico, e che anzi tutto ciò che loro piace si figuran salubre, e come diceva Tacito: "Imminentium periculorum remedia putant ipsa pericula", onde si bevono poco a poco volontariamente la morte e per lo meno si rendono perpetua l'infermitá, sono, per mio credere, poco dissimili a quei principi, che, pensandosi far guadagno sulle lor zecche, si lasciano indurre, dalle offerte de' partitanti o da' ricordi di poco in questa parte intendenti consiglieri, a dar mano a quel presente lucro che sembra loro evidente e palpabile, e permettere errori massimi nelle zecche medesime e nelle monete, che fanno balzar di subito le valute d'ori e d'argenti piú alto; e non si avvedono esser molto maggiore il pregiudizio che a' lor popoli ed al proprio erario ne risulta, di quello che sia stato l'utile che ne hanno incautamente ricavato.
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Tacito
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