Pagina (378/458)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
     
      Il far baratti di mercanzie, dando quella che val piú per quella che val meno, è quel modo di negoziare che piú facilmente, ed a via piú dritta e breve, conduce al fallimento. Ma e che altro fa un principe od un governo di qualsivoglia Stato, quando alle monete forestiere, ancorché d'oro o d'argento di buona lega, permette il corso a prezzo maggiore di quello che giustamente converrebbesi, se si proporzionasse l'intrinseca sua bontá e peso alle altre del paese? che altro fa, dico, che barattar le sue buone a quelle di que' principi forestieri, che sono meno buone? Sono buone l'une e l'altre, se parliamo in genere della qualitá del metallo; ma, se, rispetto al prezzo, che si fanno correre le proprie cosí d'oro come d'argento in ordine al metallo fino che contengono, si valutano piú le forestiere, chi non vede che i mercanti forestieri, anzi talora i principi stessi che le hanno battute, ne manderanno la maggior quantitá che potranno, a baratto di quelle del paese, che in paritá di prezzo contengono maggior quantitá di metallo fino?
      Non bastarono i tesori d'Atabalipa e di Montezuma e le continue ricchissime flotte del Perú, del Messico e d'altri sí vasti regni d'America, che furono di nuovo portati nella Spagna, per supplire alle magnanime spese di Carlo quinto, che nelle tante e moltiplici guerre, ch'egli fece e sostenne in sua vita, disperse piú tesori di quello sapesse a lui portare la fortuna, onde ardirei quasi dire oltrapassasse quelle d'ogn'altro imperadore, mentre poco meno che esausto lasciò l'erario, allorché cesse ad altri le redini de' suoi regni.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458

   





Stato Atabalipa Montezuma Perú Messico America Spagna Carlo