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      Perché, quando i mercanti ed altri artigiani cominciano a non tirar altra moneta per la vendita delle loro merci e fatture che di tal sorte di lega bassa, dovendo per pagamenti grossi, e massimamente fuori di paese, provvedersi d'ori e d'argenti buoni, convien loro pagarli piú: onde crescono di valore, e ne seguono le dannose conseguenze negli antecedenti capitoli esaminate.
      Quando la Polonia ebbe li giá raccontati danni delle monete del 1658 battute dal suo re e da altri sotto il suo impronto, erano giá introdotte ancora in molta quantitá certe monete basse di Svezia, dette "scilinghi", poco meno che di schietto rame, sparsivi a poco a poco sino da' tempi della regina Cristina. Ma, portatane poi molta quantitá, allorché del 1656 quasi di tutta la Polonia s'erano li svezzesi impadroniti, ond'era impossibile ormai proibirle senza correr rischio di turbolenze popolari, allora fu che gli svezzesi, anche dopo la pace, vi caricarono sí forte la mano, dando li scilinghi a' mercanti di Riga in Livonia a ragione di 108 talleri per 100 di monete buone (cioè a dire di urti vecchi, che erano monete di buona lega e che avevano in sé il valore al quale correvano), che, allettati i mercanti polacchi dal sensibil guadagno di 8 per 100, incettavano gli urti e, barattati in scilinghi, gli spargevano per il regno: tanto che finalmente, tra questi e la nuova moneta regia, restò esausta d'ogni buon metallo la Polonia. Ed è ben da credere che, oltre le zecche regie di Svezia, molti ancora ne contrafacessero a parte, mentre, fatti anche della bontá degli altri, portavano utile si grande a chi gli fabbricava, che poteva darli a 108 per 100 di buona moneta.


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Economisti del cinque e seicento
di Gasparo Scaruffi - Antonio Serra - Germinio Montanari - Augusto Graziani
Editore Laterza Bari
1913 pagine 458

   





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