Pareva che, non so come, allora dormissero que' ministri, per altro vigilantissimi, a' quali tal negozio incombeva: onde, fatto giá comune il corso a tali monete, ne furono a poco a poco introdotte in sí gran quantitá, che, quando pure si destarono e le proibirono, non si restò di sentire grandi clamori de' poveri in particolare, che non avevano quasi altro con che comprarsi il pane. Né è maraviglia che in sí gran copia fossero in breve tempo concorsi, perché valeva allora in Modona 25 lire la doppia, che, a 60 sesini per lira, erano 1500 sesini, li quali, portati in Firenze e spesi per quattrini, come que' del paese, facevano pure 25 lire di Firenze, che, valendo la doppia solo 23 lire fiorentine, v'erano 5 lire fiorentine di guadagno per ogni doppia; dal che risultava l'utile di 25 per 100, di cui ben si poteva far parte a que' mercanti che tenean loro mano. Ma, perché, mancando in Modona per questa via la moneta bassa, suppliva la zecca del principe, battendone di nuova, quando poi furono bandite di Firenze, ritornarono alla patria ed abbondarono si fattamente in Modona quelle monete, che alzavano la valuta delle doppie e dell'altre monete migliori, con pubblico pregiudizio ed utile solo di que' trafficanti di monete, che prima le avevano inviate a Firenze con utile di 25 per 100 ed ora le ritiravano a casa; e, perché giá erano rese di niun valore in Toscana, proccurarono lá d'incettarle di nuovo per li due terzi del primo valore, sicché n'ebbero nuovo vantaggio a riportarle.
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