L'oro e l'argento sono prezzi l'uno dell'altro, come giá si mostrò, e secondo la varia abbondanza dell'uno e dell'altro mutasi la proporzione con che l'uno all'altro si baratta, il che pure si provò sopra: onde ciascuna zecca dovrebbe valutare le monete sue d'oro e d'argento a quella proporzione che ne' prezzi degli argenti e degli ori non coniati comunemente fra' mercanti di quel paese vien osservata; e questa non suol esser giammai molto differente da un paese all'altro, se non sono molto distanti o vi sia qualche circostanza particolare che ne dia l'impulso.
La Spagna riceve i suoi ori ed argenti dall'America, pochissimo essendo in oggi il provento di questi metalli dalle miniere de' suoi regni, che pure, giá molti secoli, erano sí copiose, che rendevano alla repubblica romana solamente in argento 25.000 dramme al giorno, che sono 142.578 marche all'anno, secondo narrano Strabone e Polibio, citati dal Bodeo nel quarto libro De asse, ove riduce questa somma a poco meno di un milione di scudi d'oro all'anno in valuta moderna, ed asserisce essere stata copiosa altresí d'oro, di cui Plinio narra che ne cavavano d'effettivo metallo 20.000 libbre all'anno, quasi tutto dall'Asturia, oltre la quantitá di ferro, rame, piombo e di tutte l'altre cose che rendeva quella provincia; onde la Spagna fu in quel tempo a' romani ciò che in oggi sono le Indie occidentali alla Spagna. Dev'ella dunque conformarsi nelle sue zecche a quelle proporzioni che tra l'oro e l'argento si praticano ne' suoi empori, e, principalmente in Siviglia, ch'è la principale scala delle Indie.
| |
Spagna America Strabone Polibio Bodeo Plinio Asturia Spagna Indie Spagna Siviglia Indie
|