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      E di questa sorte ne sono parte le colonne del portico della Ritonda, le quali son molto belle e di grandezza straordinaria; e vedesi che nella cava quando si taglia, è piú tenero assai che quando è stato cavato, e che vi si lavora con piú facilità. Vero è che bisogna per la maggior parte lavorarlo con quelle martelline che abbiano la punta come quelle del porfido e nelle gradine una dentatura tagliente dall'altro lato.
      Cavasi del medesimo Egitto e di alcuni luoghi di Grecia ancora, certa sorte di pietra nera detta paragone, la quale ha questo nome perché volendo saggiar l'oro, s'arruota su quella pietra e si conosce il colore, e per questo paragonandovi su, vien detto paragone; questa è di piú specie di grana e di colore, che chi non ha il nero morato affatto, e chi non è gentile di grana o finezza, della quale ne fecero gli antichi alcune di quelle sfingi et altri animali, come in Roma in diversi luoghi, e di maggior saldezza una figura in Parione d'uno ermafrodito accompagnata da un'altra statua di porfido bellissima. La qual pietra è dura a intagliarsi, ma è bella straordinariamente e piglia un lustro molto mirabile. Di questa medesima sorte se ne trova ancora in Toscana ne' monti di Prato, vicino a Fiorenza a X miglia, e cosí ne' monti di Carrara, della quale alle sepolture moderne se ne veggono molte casse e dipositi per i morti, e nella incrostatura di fuori del tempio di Santa Maria del Fiore di Fiorenza, per tutto lo edificio è una sorte di marmo nero e marmo rosso, che tutto si lavora in un medesimo modo.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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