Cavasi alcuna sorte di marmi in Grecia et in tutte le parti d'Oriente, che son bianchi e gialleggiano e traspaiono molto, i quali erano adoperati da gli antichi per , bagni e per stuffe e per tutti que' luoghi dove il vento potesse offendere gli abitatori. Come oggi se ne veggono ancora alcune finestre nella tribuna di San Miniato a Monte, luogo de' monaci di Monte Oliveto in su le porte di Fiorenza, che rendono chiarezza e non vento. E con questa invenzione riparavano al freddo e facevano lume alle abitazioni loro. In questa cava medesima cavavano altri marmi senza vene, ma del medesimo colore, del quale eglino facevano le piú nobili statue. Questi marmi di tiglio e di grana erano finissimi e se ne servivano ancora tutti quegli che intagliavano capitegli, ornamenti et altre cose di marmo per l'architettura. E vi eran saldezze grandissime di pezzi, come appare ne' giganti di Monte Cavallo di Roma e nel Nilo di Belvedere et in tutte le piú degne e celebrate statue. E si conoscono esser greche, oltra il marmo, alla maniera delle teste et alla acconciatura del capo et a i nasi delle figure, i quali sono dall'appiccatura delle ciglia alquanto quadri fino alle nare del naso. E questo si lavora coi ferri ordinarii e coi trapani, e si gli dà il lustro con la pomice e col gesso di Tripoli, col cuoio e struffoli di paglia.
Sono nelle montagne di Carrara, nella Carfagnana vicino a i monti di Luni, molte sorti di marmi, come marmi neri et alcuni che traggono in bigio, et altri che sono mischiati di rosso et alcuni altri che son con vene bigie che sono crosta sopra a' marmi bianchi; perché non son purgati, anzi offesi dal tempo, dall'acqua e dalla terra, piglian quel colore.
| |
Grecia Oriente San Miniato Monte Monte Oliveto Fiorenza Monte Cavallo Roma Nilo Belvedere Tripoli Carrara Carfagnana Luni
|