Altri ne fa di stucco piú pulite e lisce, nelle quali mescolano l'uno e l'altro; e quando quello è fresco, mette fra esso, per fregi e spartimenti, gongole, telline, chiocciole maritime, tartarughe e nicchi grandi e piccoli, chi a ritto e chi a rovescio. E di questi se ne fanno vasi e festoni che tali telline figurano le foglie, et altre chiocciole et i nicchi fanno le frutte, et a scorze di testuggine d'acqua vi si pone.
Cosí si fa ancora di diversi colori un musaico rustico, che alle fornaci de' vetri le padelle talora scoppiano; et a quelle dove si cuocono i mattoni e ch'addosso alle pietre et altre colature fanno , varii colori invetriati, bianchi, neri, verdicci, rossi, secondo la violenzia del fuoco; e quelli si murano e con istucchi si fermano, e si fa nascere tra essi coralli et altri ceppi maritimi, i quali recano in sé grazia e bellezza grandissima. Cosí si fanno animali e figure, le quali si cuoprono di smalti in varii pezzi posti alla grossa, e con le nicchie sudette, le quali sono bizzarra cosa a vederle. E di questa specie n'è a Roma fatte moderne di molte fontane, le quali hanno desto l'animo d'infiniti a essere per tal diletto vaghi di tal lavoro. E lo stucco con che si mura e lavora, è il medesimo che inanzi abbiamo ragionato, e per la presa fatta con essa rimangono murate. A queste tali fontane di frombole, ciò è sassi di fiumi tondi e stiacciati, si fanno pavimenti murando quelli per coltello et a onde, a uso d'acque, che fanno benissimo. Altri fanno alle piú gentili pavimenti di terra cotta a mattoncini con varii spartimenti et invetriati a fuoco, come in vasi di terra dipinti di varii colori e con fregi e fogliami dipinti; e questa sorte di pavimenti piú convengono alle stufe et a' bagni che alle fonti.
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Roma
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