Il quale rattoppamento è da ciabattini e non da uomini eccellenti o maestri rari; et è cosa vilissima e brutta e di grandissimo biasimo. Sogliono gli scultori, nel fare le statue di marmo, nel principio loro abozzare le figure con le subbie, che sono una specie di ferri da loro cosí nominati, i quali sono apuntati e grossi, et andare levando e subbiando grossamente il loro sasso; e poi con altri ferri detti calcagnuoli, ch'hanno una tacca in mezzo e sono corti, andare quella ritondando perfino ch'eglino venghino a un ferro piano piú sottile del calcagnuolo, che ha due tacche et è chiamato gradina. Co 'l quale vanno per tutto con gentilezza gradinando la figura con la proporzione de' muscoli e delle pieghe, e la tratteggiano di maniera per la virtú delle tacche o denti predetti, che la pietra mostra grazia mirabile. Questo fatto si va levando le gradinature con un ferro pulito. E per dare perfezzione alla figura, volendole aggiugnere dolcezza, morbidezza e fine, si va con lime torte levando le gradine; il , simile si fa con altre lime sottili e scuffine diritte, limando, che resti piano; e da poi con punte di pomice si va impomiciando tutta la figura, dandole quella carnosità che si vede nelle opere maravigliose della scultura. Adoperasi ancora il gesso di Tripoli, acciò ch'ell'abbia lustro e pulimento; similmente con paglia di grano faccendo struffoli si stropiccia, talché finite e lustrate si rendono a gl'occhi nostri.
CAP. X
De' bassi e de' mezzi rilievi, la difficultà del fargli
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Tripoli
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