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      Hanno tuttavolta usato molti artefici di incavare con le ruote le dette madri in quel modo che si lavorano di incavo i cristalli, i diaspri, i calcidonii, le agate, gli ametisti, i sardonii, i lapislazzuli, i crisoliti, le corniuole, i cammei e l'altre pietre orientali, et il cosí fatto lavoro fa le madri piú pulite, come ancora le pietre predette. Nel medesimo modo si fa il rovescio della medaglia; e con la madre della testa e con quella del rovescio si stampano medaglie di cera o di piombo, le quali si formano di poi con sottilissima polvere di terra atta a ciò, nelle quali forme, cavatane prima la cera o il piombo predetto, serrate dentro a le staffe, si getta quello stesso metallo che ti aggrada per la medaglia. Questi getti si rimettono nelle loro madri di acciaio: e per forza di vi,ti o di lieve et a colpi di martello si stringono talmente, che elle pigliano quella pelle da la stampa che elle non hanno presa da 'l getto. Ma le monete e l'altre medaglie piú basse, si improntano senza viti, a colpi di martello con mano; e quelle pietre orientali che noi dicemmo di sopra, si intagliano di cavo con le ruote per forza di smeriglio, che con la ruota consuma ogni sorte di durezza di qualunche pietra si sia. E lo artefice va spesso improntando con cera quel cavo che e' lavora, et in questo modo va levando dove piú giudica di bisogno e dando fine alla opera. Ma i cammei si lavorano di rilievo; perché essendo questa pietra faldata, ciò è bianca sopra e sotto nera, si va levando de 'l bianco tanto che o testa o figura resti di basso rilievo bianca nel campo nero.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014