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      La istoria sia piena di cose variate e differenti l'una da l'altra, ma a proposito sempre di quello che si fa e che di mano in mano figura lo artefice. Il quale debbe distinguere i gesti e l'attitudini, facendo le femmine cum aria dolce e bella e similmente i giovani; ma i vecchi gravi sempre di aspetto et i sacerdoti massimamente e le persone di autorità. Advertendo però sempre mai che ogni cosa corrisponda ad un tutto della opera, di maniera che quando la pittura si guarda, vi si conosca una concordanzia unita che dia terrore nelle furie e dolcezza negli effetti piacevoli, e rappresenti in un tratto la intenzione del pittore, e non le cose che e' non pensava. Conviene adunque per questo che e' formi le figure, che hanno ad esser fiere, con movenzia e con gagliardia; e sfugga quelle che sono lontane da le prime con l'ombre e con i colori appoco appoco dolcemente oscuri; di maniera che l'arte sia accompagnata sempre con una grazia di facilità e di pulita leggiadria di colori, e condotta l'opera a perfezzione, non con uno stento di passione crudele, che gl'uomini che ciò guardano abbino a patire pena della pas,sione che in tal opera veggono sopportata dallo artefice, ma da ralegrarsi della felicità, che la sua mano abbia avuto dal cielo quella agilità, che renda le cose finite con istudio e fatica sí, ma non con istento; tanto che dove elle sono poste non siano morte, ma si appresentino vive e vere a chi le considera. Guardinsi da le crudezze, e cerchino che le cose, che di continuo fanno, non paino dipinte, ma si dimostrino vive e di rilievo fuor della opera loro; e questo è il vero disegno fondato e la vera invenzione che si conosce esser data da chi le ha fatte alle pitture da chiamar buone.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014