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      Tutte le pitture adunque, o a olio o a fresco o a tempera, si debbon fare talmente unite ne' loro colori, che quelle figure che nelle storie sono le principali venghino condotte chiare chiare, mettendo i panni di colore non tanto scuro addosso a quelle dinanzi, che quelle che vanno dopo gli abbino piú chiari poi che le prime; anzi a poco a poco, tanto quanto elle vanno diminuendo a lo indentro, divenghino anco parimente di mano in mano, e dil colore delle carnagioni e delle vestimenta, piú scure. E principalmente si abbia grandissima avvertenza di mettere sempre i colori piú va,ghi, piú dilettevoli e piú belli nelle figure principali et in quelle massimamente che nella istoria vengono intere e non mezze, perché queste sono sempre le piú considerate e quelle che son piú vedute che l'altre, le quali servono quasi per campo nel colorito di queste; et un colore piú smorto fa parere piú vivo l'altro che gli è posto accanto. E con i colori maninconici e pallidi fanno parere piú allegri quelli che li sono accanto e quasi d'una certa bellezza fiameggianti. Né si debbono vestire gli ignudi di colori tanto carichi di corpo, che dividino le carni da' panni quando detti panni atraversassino detti ignudi, ma i colori de' lumi di detti panni siano chiari simili alle carni, o gialletti o rossigni o violati o pagonazzi, con cangiare i fondi scuretti o verdi o azzurri o pagonazzi o gialli, purché tragghino a lo oscuro e che unitamente si accompagnino, nel girare delle figure, con le loro ombre, in quel medesimo modo che noi veggiamo nel vivo, che quelle parti che ci si apresentano piú vicine allo occhio piú hanno di lume, e l'altre perdendo di vista perdono ancora de 'l lume e de 'l colore.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014