Se ne fa poi con una bocca di cane di ferro pezzetti quadri tagliati, et altri col ferro caldo lo spezzano incrinandolo a loro modo. I medesimi pezzi diventano lunghi e con uno smeriglio li tagliano; il simile fanno di tutti i vetri che hanno di bisogno, e se n'empiono le scatole e si tengono ordinati, come si fa i colori quando si vuole lavorare a fresco, che in varii scodellini si tiene separatamente la mestica delle tinte piú chiare e piú scure per lavorare. Ecci un'altra specie di vetro, che si adopra per lo campo e per i lumi de' panni, che si mette d'oro; questo quando lo vogliano dorare, pigliono quelle piastre di vetro ch'hanno fatto e con acqua di gomma bagnano tutta la piastra del vetro e poi vi mettono sopra i pezzi d'oro. Fatto ciò, mettono la piastra su una pala di ferro e quella nella bocca della fornace, coperta prima con un vetro sottile tutta la pia,stra di vetro, che hanno messa d'oro, e fanno questi coperchi o di bocce o modo di fiaschi spezzati, di maniera che un pezzo cuopra tutta la piastra. E lo tengono tanto nel fuoco, che vien quasi rosso, et in un tratto cavandolo l'oro viene con una presa mirabile a imprimersi nel vetro e fermarsi, e regge alle acque et a ogni tempesta; poi questo si taglia et ordina come l'altro di sopra. E per fermarlo nel muro usano di fare il cartone colorito, alcuni altri senza colore; il quale cartone calcano o segnano a pezzo a pezzo in su lo stucco, e di poi vanno commettendo appoco appoco quanto vogliono fare nel musaico. Questo stucco per esser posto grosso in su la opera gli aspetta duoi dí e quattro secondo la qualità del tempo; e fassi di trevertino, di calce e mattone pesto, draganti e chiara di uovo, il quale tengono molle continuo con pezze bagnate; cosí pezzo per pezzo tagliano i cartoni nel muro e lo disegnano su lo stucco calcandolo, finché poi con certe mollette si pigliano i pezzetti degli smalti e si commettono nello stucco, e si lumeggiano i lumi, e dassi mezzi a' mezzi e scuri a gli scuri, contrafacendo l'ombre, i lumi et i mezzi minutamente come nel cartone; e cosí lavorando con diligenzia si conduce appoco appoco a la perfezzione.
| |
|