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      Sono però in questa opera molte difficultà, e chi se ne diletta può mettere varii colori sul vetro perché, segnando su un colore rosso un fogliame o cosa minuta, volendo che a fuoco venga colorito d'altro colore, si può squagliare quel vetro quanto tiene il fogliame, con la punta d'un ferro, che levi la prima scaglia dil vetro ciò è il primo suolo e non la passi, perché faccendo cosí rimane il vetro di color bianco, e se gli dà poi quel rosso fatto di piú misture, che nel cuocere, mediante lo scorrere, diventa giallo. E questo si può fare su tutti i colori, ma il giallo meglio riesce sul bianco che in altri colori, su lo azzurro a campirlo divien verde nel cuocerlo, perché il giallo e lo azzurro mescolati fanno color verde. Questo giallo non si dà mai se non dietro, dove non è dipinto, perché mescolandosi, scorrendo guastarebbe e si mescolarebbe con quello il quale cotto rimane sopra grosso il rosso, che raschiato via con un ferro, vi lascia giallo. Dipinti che sono i vetri, vogliono esser messi in una teghia di ferro con un suolo di cennere stacciata e calcina cotta mescolata; et a suolo a suolo i vetri parimente distesi e ricoperti dalla cenere istessa, poi posti nel fornello, il quale a fuoco lento a poco a poco riscaldato, venga a infocarsi la cennere et i vetri, perché i colori, che vi sono su infocati, inrugginiscono e scorrono e fanno la presa sul vetro. Et a questo cuocere bisogna usare grandissima diligenza, perché il troppo fuoco violento li farebbe crepare, et il poco non li cocerebbe.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014