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      Fatto questo, si prepara una pignatta di terra, fatta a posta, che per tutto sia piena di buchi et abbia una bocca dinanzi; e vi si mette dentro la mufola, cioè un coperchietto di terra bucato, che non lasci cadere i carboni a basso; e da la mufola in su si empie di carboni di cerro e si accende ordinariamente. Nel voto che è restato sotto il predetto coperchio, in su una sottilissima piastra di ferro, si mette la cosa smaltata a sentire il caldo a poco a poco, e vi si tiene tanto che fondendosi gli smalti, scorrino per tutto quasi come acqua. Il che fatto, si lascia rafreddare; e poi con una frassinella, ch'è una pietra da dare filo ai ferri, con rena da bicchieri si sfrega, e con acqua chiara, finché si truovi il suo piano; e quando è finito di levare il tutto, si rimette nel fuoco medesimo, che , il lustro nello scorrere l'altra volta gli dà per tutto. Fassene d'un'altra sorte a mano, che si pulisce con gesso di Tripoli e con un pezzo di cuoio, del quale non accade fare menzione; ma di questo l'ho fatto, perché, essendo opra di pittura, come le altre, m'è paruto a proposito.
     
      CAP. XXXIIII
     
      Della tausia, cioè lavoro a la damaschina.
     
      Hanno ancora i moderni ad imitazione degli antichi rinvenuto una spezie di commettere ne' metalli intagliati d'argento o d'oro, faccendo in essi lavori piani o di mezzo o di basso rilievo; et in ciò grandemente gli hanno avanzati. E cosí abbiamo veduto nello acciaio l'opere intagliate a la tausia altrimenti detta a la damaschina, per lavorarsi di ciò in Damasco e per tutto il Levante eccellentemente.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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