Alle quali, per gl'eccellenti meriti loro, da la virtuosissima antichità erono state poste in publico le statue e l'altre memorie. Inoltre per edificare le chiese a la usanza cristiana, non solamente distrusse i piú onorati tempii degli idoli, ma per far diventare piú nobile e per adornare San Piero, spogliò di colonne di pietra la Mole d'Adriano, oggi , detto Castello S>. Agnolo, sí come la Antoniana di colonne e di pietre e di incrostature per quella di S. Paulo, e le Terme Deocliziane e di Tito per fare S. Maria Maggiore, con estrema rovina e danno di quelle divinissime fabriche, quali veggiamo oggi guaste e destrutte. Avvenga che la religione cristiana non facessi questo per odio che ella avesse con le virtú, ma solo per contumelia et abbattimento degli dii de' Gentili; non fu però che da questo ardentissimo zelo non seguisse tanta rovina a queste ornate professioni, che se ne perdesse in tutto la forma. E se niente mancava a questo grave infortunio, l'ira di Totila contro a Roma, che oltre a sfasciarla di mura, e rovinar col ferro e col fuoco tutti i piú mirabili e degni edificii di quella, universalmente la bruciò tutta; e spogliatola di tutti i viventi corpi, la lasciò in preda alle fiamme del fuoco, senza che XVIII giorni continovi si ritrovasse in quella vivente alcuno; abbatté e destrusse talmente le statue, le pitture, i musaici e gli stucchi maravigliosi che se ne perdé, non dico la maiestà sola, ma la forma e l'essere stesso. Per il che, essendo le stanze terrene prima di stucchi, di pitture e di statue lavorate, con le rovine di sopra affogorno tutto il buono che a' giorni nostri s'è ritrovato.
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