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      Dicesi che, consigliato da molti, il padre deliberò farlo esercitare nelle lettere, e lo mandò a Santa Maria Novella a un maestro suo parente, il quale allora insegnava la gramatica ai novizii di quel convento; per il che Cimabue, che si sentiva non avere l'animo applicato a ciò, in cambio dello studio tutto il giorno andava dipignendo in su i libri o altri fogli, uomini, cavalli, casamenti e diverse fantasie, spinto dalla natura che le pareva ricever danno a non essere esercitata. Avvenne che in que' giorni erano venuti di Grecia certi pittori in Fiorenza, chiamati da chi governava quella città non per altro che per introdurvi l'arte della pittura, la quale in Toscana era stata smarrita molto tempo. Laonde, avendo questi maestri presi molte opere per quella città, cominciorono infra l'altre la capella de' Gondi, allato a la principale in Santa Maria Novella, della quale oggi dal tempo la volta e le faccia,te son molto spente e consumate; per il che Cimabue, cominciato a dar principio a questa arte che gli piaceva, si fuggiva spesso da la scuola e tutto il giorno stava a vedere lavorare que' maestri; per il che fu giudicato dal padre e da que' Greci che, se egli attendessi alla pittura, senza alcun dubbio egli verrebbe perfetto in quella professione. Fu aconcio con non sua piccola satisfazione alla arte della pittura con que' maestri e, di continuo esercitandosi, in poco tempo la natura lo aiutò talmente, che passò di gran lunga di disegno e di colorito e' maestri che gl'insegnavano; nel che, inanimito per le lode che egli si sentiva dare, messosi a maggior studio avanzò la maniera ordinaria che egli aveva visto in coloro i quali, non si curando passar piú innanzi, avevon fatto quelle opere nel modo che elle si veggono oggi; et ancora che egli imitassi i Greci, lavorò assai opere nella patria sua onorando quella con le fatiche che vi fece, et acquestò a se stesso nome et utile certo grandissimo.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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