Ebbe costui per compagno et amico Gaddo Gaddi, il quale attese alla pittura con Andrea Taffi domestico suo, e levò da la pittura gran parte della maniera greca nelle figure dipinte da lui, come ne fanno fede in Fiorenza le prime opere che egli lavorò, come il dossale dello altare di Santa Cecilia et, in Santa Croce, una tavola dentrovi una Nostra Donna, che gli fu fatta dipignere da un guardiano di quel convento amicissimo suo, la quale fu appoggiata in un pilastro a man destra intorno al coro. La quale opera fu cagione che, avendolo servito benissimo, e' lo condusse in Pisa in San Francesco lor convento, e quivi fece un San Francesco scalzo, il quale fu tenuto da que' popoli cosa rarissima, conoscendosi nella maniera sua un certo che di nuovo e di miglior per l'aria delle teste e per le pieghe de' panni, che non avevon fatto qui infino allo,ra que' maestri greci nelle lor pitture sparse già per tutta Italia. Cosí dunque prese pratica con questi frati, i quali lo condussono in Ascesi, dove nella chiesa di San Francesco lasciò una opera da lui cominciata, e da altri pittori dopo la morta sua finita benissimo. Costui lavorò nel Castello di Empoli nella pieve, et in Santo Spirito di Fiorenza nel chiostro, dove è dipinta alla greca da altri maestri tutta la banda di verso la chiesa, et ove sono medesimamente lavorati di sua mano tre archetti fra quegli, dentrovi storie della vita di Cristo. Fece poi nella chiesa di Santa Maria Novella una tavola, dentrovi una Nostra Donna, la quale è posta in alto, fra la cappella de' Rucellai e de' Bardi da Vernia, con alcuni angeli intorno ad essa, ne i qua
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