E cosí, mescolando Gaddo quando il musaico e quando la pittura, nell'una e nell'altra, fece molte opere nella città e fuori assai ragionevoli, per le quali acquistò tal credito, che per tenerlo in Firenze, et averne seme, gli dierono moglie di nobil gente; de la quale ebbe piú figliuoli, e tra gli altri Taddeo, da lui dopo lo avergli insegnati i principii della arte, dato per discepolo a Giotto, co 'l quale venne poi buon maestro nella pittura.
Ora io non mi distenderò in raccontare tutte l'opere di Gaddo, essendo le maniere ancora di questi maestri sí dure nelle difficultà dell'arte, che non bisogna aver molta curiosità di quelle; atteso che l'estremità di coloro, che hanno fatto grande utile all'artefici et all'arte, saranno secondo l'opre loro, con quella sottigliezza e curiosità ch'essi lavorarono, da noi sottilmente e curiosamente descritte. Visse Gaddo anni LXXIII e morí nel MCCCXII, et in Santa Croce fu, da Taddeo suo figliolo, con doloroso pianto sepolto, con questa inscrizzione:
HIC MANIBVS TALIS FVERAT QVOD FORSAN APELLESCESSISSET QVAMVIS GRAECIA SIC TVMEAT. ,
MARGARITONE
Aretino Pittore
Entrò molto grande spavento ne' vecchi maestri pittori, per le gran lode che gli uomini sentivano di Cimabue e di Giotto suo discepolo, che già per l'altrui terre ancora s'udiva la grandezza, e 'l maraviglioso grido del vago operar loro nella pittura. Perché, sentendo i maestri pittori l'arte essere accompagnata dallo studio di questi artefici, quegli che il supremo grado tenevano e già da' popoli erano adorati, venivano perdendo della fama e del principato loro, tanti anni già posseduto.
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