STEFANO FLORENTINO PICTORI FACIVNDIS IMAGINIBVS AC COLORANDIS FIGVRIS NVLLI VNQVAM INFERIORI AFFINES MOESTISSIMI POS. VIX AN XXXIX. ,
UGOLINO
Pittor Sanese
Fu felicissima l'età di Giotto per tutti coloro che dipingevano, perché in quella i popoli, tirati dalla novità e dalla vaghezza dell'arte, che già era ridotta da gli artefici in maggior grado, avendo le religioni di San Domenico e di San Francesco finito di fabricare le muraglie de' conventi e delle chiese loro, et in quelle predicando del continovo, tiravano con le predicazioni a la cristiana fede et a la buona vita i cuori indurati nelle male opere, e quegli esortavano ad onorare i santi di Giesú, di sorte che ogni dí si fabricavano cappelle, e da gli idioti si facevano dipignere, per desiderio di giugnere in Paradiso. E cosí costoro, co 'l muovere gl'intelletti ignoranti de gli uomini, acomodavano le chiese loro con bellissimo ornamento. Per questo Ugolino, sanese pittore, fece moltissime tavole et infinite cappelle per tutta Italia, tenendo ancora gran parte della maniera greca, come già vecchiò in essa; et ancora che fosse venuto Giotto, nondimeno aveva, come caparbio e duro, la maniera di Cimabue in grandissima venerazione piú che quella che usò Giotto; come nell'opere di Ugolino fanno fede in Siena le tavole lavorate da lui, e similmente in Fiorenza la tavola di Santa Croce allo altar maggiore, in campo tutto d'oro, et in Santa Maria Novella un'altra tavola della medesima maniera, che già molti anni stette a lo altare della cappella mag,giore, et oggi è posta nel capitolo e data alla nazione spagnuola, per far quivi la festa di Santo Iacopo.
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