Ma, per tornare onde mi son partito, dico che in detta porta di bronzo sono storiette di basso rilievo, da la nascita e della vita sino alla morte di S. Giovanni Batista, le quali condusse egli felicemente con amore e con diligenzia a l'ultimo fine. E se bene pare a molti che in tali istorie non apparisca quel bel disegno e quella grande arte che si suol porre nelle figure, non merita però biasimo ma lode grandissima, per essere stato il primo e per aver avuto tale animo di avere condotta a perfezzione quella opera, che fu poi cagione che gl'altri che vennono dopo lui hanno fatto tutto quello di bello, di difficile e di buono, che nelle altre due porte e negli ornamenti di fuori al presente si veggono. Questa opera fu posta, per la sua somma bellezza, alla porta di mezzo di quel tempio, e vi stette insino a che Lorenzo Ghiberti fece quella che vi è al presente; et allora fu levata e posta di rincontro alla Misericordia, ciò è a mezzogiorno, dove ancora si truova. Meritò dunche Andrea, per le onorate fatiche di cotanti anni, non solamente premii grandissimi ma e la civilità ancora: perché fatto dalla Signoria cittadino fiorentino e' gli furono dati uficii e magistrati in quella città; e le opere sue furono molto pregiate, mentre che e' visse e dopo la morte ancora, non si trovando nessuno che lo passasse nello operare, sino al tempo di Niccolò Aretino e di Iacobo da la Quercia sanese e di Donatello e di Filippo di Ser Brunellesco e di Lorenzo Ghiberti, i quali condussono le sculture che e' fecero di maniera che ei feciono conoscere a' popoli in quanto errore egli erano stati insino a quel tempo, dimostrandosi costoro nelle fatiche loro piú perfetti e risuscitando quella vera virtú che era molti e molti anni stata , nascosa e non ben conosciuta dall'intelletti degli uomini.
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