Finito il lavoro delle monache, dipinse nella Badia di Settimo alcune istorie di S. Iacopo a' monaci di quel luogo, a i quali fece infinitissime burle e molte piacevolezze. Lavorò a fresco in Bologna in S. Petronio la capella de' Bolognini, con molte istorie e gran numero di figure, dove tanto satisfece a quel gentiluomo che lo faceva lavorare, che oltre al premio che non fu piccolo, ne acquistò benivolenzia et amore perpetuo. Appresso fu da molti signori per Italia chiamato per la sua garbata maniera e per far burle e per trattener cicalando gli amici. Fece ancora in San Paolo a Ripa d'Arno in Pisa certi lavori, et in Campo Santo alcune storie dove comincia il principio del mondo. Fu costui sempre familiare e domestico di Maso del Saggio, e la sua bottega era del continuo piena di cittadini, tirati dalle costui piacevolezze, secondo che si vede nella novella di maestro Simone, quando lo mandarono in corso, e similmente nelle giostre fatte a Calandrino.
Dicesi che, avendo egli promesso in Valdimarina a un contadino lavorare un San Cristofano, ne fece fare d'accordo con esso lui in Fiorenza uno istrumento rogato, che lo dovesse fare per prezzo d'otto ducati, e la figura doveva essere dodici braccia. Arrivato Buonamico a la chiesa per farlo, trovò che ella non era piú che nove braccia in tutta l'altezza, dove né di fuori né di dentro potendo accomodarlo, si ri,solse poi che non ci poteva capir ritto, di farlo dentro in chiesa a giacere, e cosí lo fece. Onde il contadino si dolse di Buonamico in giudicio all'Arte de gli Speziali, ma per lo contratto che avevano fatto insieme fu giudicato ch'egli avesse il torto.
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