Furono i costumi suoi molto lodevoli e come di gran filosofo aveva sempre l'animo disposto a contentarsi d'ogni cosa che il mondo gli dava, e 'l bene e 'l male finché visse sopportò con grandissima pazienzia. Costui con bella grazia, nell'ultimo di sua vita, fece una tavola in Monte Oliveto di Chiusuri.
Furono dunque le pitture di questo artefice nel MCCCXLI, et egli, in età d'anni LXXXIII, felicissimamente e cristianamente passò da questa all'altra vita, e fu pianto da tutti quegli che avevano pratica con esso lui et i suoi cittadini, per l'onore ch'egli nell'una e nell'altra scienza aveva fatto alla patria, della morte di lui infinitamente e per molto tempo si dolsero, come si vede per la inscrizzione ch'essi gli fecero, ciò è:
AMBROSII INTERITVM QVIS SATIS DOLEAT?
QVI VIROS NOBIS LONGA AETATE MORTVOSRESTITVEBAT ARTE AC MAGNO INGENIO?
PICTVRAE DECVS VIVAS ASTRA DESVPER! ,
PIETRO CAVALLINI ROMANO
Pittore
Era già stata Roma anni piú di seicento non solamente priva de le buone lettere e de la buona gloria dell'armi, ma eziandio di tutte le scienze e di tutte le virtú e d'ogni buono artefice; pure quando Dio volse le diede uno che l'ornò grandemente. Costui fu dipintore e chiamossi Pietro Cavallini Romano, perfettissimo maestro di musaico, la quale arte insieme con la pittura apprese da Giotto nel lavorare che aveva fatto con esso lui nella nave del musaico di San Pietro, e fu il primo, che dopo lui illuminasse questa arte. Fu di ottima vita e certo nella sua città fu sempre di grandissima utilità e visse reputatissimamente.
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