Il quale, dopo la morte di Giotto suo maestro, rimase valente nella pittura e di giudizio e d'ingegno grande sopra ogni altro suo condiscepolo, come assai manifestamente dimostrano l'opere. Nelle quali si vede una certa facilità avuta in que' tempi da la natura molto piú che da lo studio della arte, come in Giotto ancora si conosce. Sono in Fiorenza gran parte delle opere di costui, e particularmente nella chiesa di Santa Croce, dove ne' suoi principii lavorò la capella della sagrestia insieme co' suoi compagni già discepoli del morto Giotto. E nella cappella de' Baroncelli, dove il predetto Giotto avea fatto la , tavola a tempera, lavorò Taddeo a fresco nel muro alcune storie di Nostra Donna, che sono state tenute belle. Dipinse ancora, sopra la porta della sagrestia, la storia di Cristo disputante co' dottori nel tempio, la quale fu mezza rovinata piú tempo fa per mettere una cornice di pietra sopra la detta porta. Nella medesima chiesa dipinse a fresco la capella de' Bellacci e quella di Santo Andrea, allato ad una delle tre di Giotto, et in questa fece Iesú Cristo quando chiama Andrea e Pietro da le reti e la Crocifissione di esso Apostolo, cosa veramente et allora ch'ella fu finita e ne' giorni presenti ancora commendata e lodata molto. Fece sopra la porta del fianco, sotto la sepoltura di Carlo Marsupini aretino, un Cristo morto con le Marie, lavorato a fresco, che fu lodatissimo. E sotto il tramezzo che divide la chiesa, a man sinistra sopra il Crucifisso di Donato, dipinse a fresco una storia di Santo Francesco, d'un miracolo che e' fece cadendo un fanciullo da un verone e morendo subito, e Santo Francesco in aria apparendogli lo risucita.
| |
Giotto Giotto Fiorenza Santa Croce Giotto Baroncelli Giotto Taddeo Nostra Donna Cristo Bellacci Santo Andrea Giotto Iesú Cristo Andrea Pietro Crocifissione Apostolo Carlo Marsupini Cristo Marie Crucifisso Donato Santo Francesco Santo Francesco
|