Et in questa storia ritrasse Giotto suo maestro, Dante Alighieri e Guido Cavalcanti, de' quali sempre fu amicissimo. Per la detta chiesa fece ancora in diversi luoghi molte figure che si riconoscono dagli artefici. Et alla Compagnia del Tempio, il tabernacolo in sul canto della via del Crocifisso, nel quale dipinse un bellissimo Deposto di Croce. Nel chiostro di Santo Spirito lavorò due storie negli archetti allato al capitolo, molto ben coloriti, ne l'uno de' quali fece quando Giuda vende Cristo, e nell'altro figurò la Cena de gli Apostoli. E nel medesimo luogo, sopra la porta del refettorio, dipinse un Crocifisso con alcuni santi, faccendo conoscere a gli altri che quivi lavorarono in tale arte, sé essere de' veri e buoni imitatori della manie,ra di Giotto avuta da lui in grandissima venerazione. Dipinse a Santo Stefano del Ponte Vecchio la tavola e la predella dello altare maggiore, con grandissima diligenzia; e nello oratorio de San Michele in Orto, lavorò molto bene una tavola d'un Cristo morto che dalle Marie è pianto e da Nicodemo riposto nella sepoltura molto devotamente. Nella chiesa de' frati de' Servi dipinse la capella di San Nicolò di quegli del palagio, con istorie di quel santo, dove con ottimo giudizio e grazia, per una barca quivi dipinta, dimostrò assai chiaramente come egli aveva notizia intera del tempestoso agitar del mare e della furia della fortuna. Nella quale, mentre che i marinari votano la nave et in mare gettano le mercanzie, appare in aria Santo Niccolò e gli libera da quel pericolo, opera certo molto lodata.
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