Et in processo di tempo lavorò e guadagnò tanto, che faccendo capitale delle facultà sopra ogni altro che in quell'arte si esercitasse ne' tempi suoi diede principio alla ricchezza et alla nobiltà della sua famiglia.
Fu Taddeo tenuto savio e molto discreto, e da' suoi cittadini grandemente onorato in vita. Co' discepoli suoi fu piacevole e faceto, e per questo amato da loro tenerissimamente. Dipinse in Santa Maria Novella di Fiorenza il capitolo di quel convento, allogatogli dal priore di quello con la invenzione delle pitture che e' ci voleva. Bene è vero che per essere il lavoro grande e per essersi scoperto in quel tempo che e' si facevano i ponti, il capitolo di Santo Spirito con grandissima fama di Simone Memmi che lo aveva dipinto, venne voglia al detto priore di chiamarlo a la metà di questa opera, e lo conferí con Taddeo; il quale ne fu molto contento, perché sommamente amava Simone come compagno et amico suo, allevatosi con esso lui fanciulletto a' servizii di Giotto et inoltre conosceva e pregiava molto la sua virtú. Animi veramente gentili e spiriti nobilissimi, che senza emulazione o ambizione alcuna fraternamente amavano l'un l'altro, godendo dello onore e del pregio altrui come del suo proprio. Fu adunque spartito il lavoro, dandone tre facciate a Simone (come io dissi nella sua vita) et a Taddeo la facciata sinistra e tutta la volta, la quale fu di,visa da lui in quattro spicchi o quarte, secondo gli andari di essa volta, e nel primo fece la Resurressione di Cristo, dove pare che e' volesse tentare che lo splendore del corpo glorificato facesse lume, che apparisce ancora in una città et in alcuni scogli di monti; ma non seguitò di farlo nelle figure e nel resto, dubitandosi forse di non lo potere condurre, per la difficultà che e' vi conosceva.
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