Il quale, con quella faci,lità che piú poteva, insegnò sempre i modi della pittura a' discepoli di esso.
Mantenne continuamente Taddeo la maniera di Giotto né però molto la migliorò, salvo che il colorito suo fu piú fresco e piú vivace che quel di Giotto, avendo egli tanto atteso a migliorare tutte le altre parti e l'altre difficultà di questa arte. Et ancora che a questa badasse, non poté però aver grazia di farlo. Laonde avendo veduto Taddeo quel che era facilitato in Giotto, et imparatolo, poté aver tempo di aggiugnere facilmente e di migliorare quella nel colorito. Fu egli con tenerissime lagrime da Agnolo e da Giovanni suoi figliuoli pianto, et in Santa Croce nel primo chiostro datogli sepoltura, non cessando infiniti amici et artefici compor sonetti et epigrammi in sua lode, lodandolo ne' costumi, nel giudicio e nell'arte, tanto quanto ancora lo lodarono nella esecuzione buona ch'e' diede al campanile di Santa Maria del Fiore del disegno lasciatogli da Giotto suo maestro. Il quale avendo fatto la pianta, andò di altezza braccia CXLIIII, e di maniera si murò, che non può piú commettersi pietre con tanta diligenza, et è stimato la piú bella torre per ornamento e per spesa del mondo. Lo epitaffio che se li fece fu questo:
HOC VNO DICI POTERAT FLORENTIA FELIXVIVENTE AT CERTA EST NON POTVISSE MORI. ,
ANDREA DI CIONE ORGAGNA
Pittore e Scultore Fiorentino
Rare volte è uno ingegnoso e valente, che non sia ancora accorto e sagace, né mai la natura partorí uno spirto in una cosa eccellente, che ancora in molte non operasse il medesimo, o vero delle altrui non fusse almeno intelligentissimo, come fece nell'Orgagna il quale fu pittore, scultore, architetto e poeta.
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