E per tal cagione era parer di molti, i quali furono però in error grandissimo, che fosse figliuolo di Giotto, essendo (come abbiamo detto) Tommaso figliuol di Stefano e non di Giotto. Fu costui nella pittura sí diligente e di quella tanto amorevole, che se ben molte opere di lui non si ritrovano, nondimeno quelle che trovate si sono erano buone e di bella maniera e degne d'ogni gran lode. Percioché i panni, i capegli e le barbe et ogni suo lavoro furono lavorati et uniti con tanta morbidezza e con tanta diligenza, che si conosce ch'egli aggiunse senza dubbio l'unione a questa arte molto piú perfetta che non avevano Giotto, Stefano e gli altri pittori nell'opere loro. Dipinse nella sua giovanezza in Santo Stefano dal Ponte Vecchio in Fiorenza, una cappella a lato alla porta del fianco, nella quale la umidità ha oggi guasto la maggior parte delle sue fatiche, pur vi si vede destrezza grande. Poi fece, al canto a la Macine ne' frati Ermini, San Cosimo e Damiano, i quali spenti dal tempo ancor essi, oggi , poco si veggono. Rifece una cappella in Santo Spirito di detta città, inanzi che lo incendio lo struggesse, et in fresco, sopra la porta principale della chiesa, la storia dello Spirito Santo, e su la piazza di detta chiesa, per ire al Canto a la Cuculia, sul cantone del convento de' frati, quel tabernacolo ch'ancora vi si vede con la Nostra Donna et altri santi dattorno, con alcune teste le quali tirano forte a la maniera moderna. Quivi cercò variare e cangiare le carnagioni, e similmente mostrò accompagnar nella varietà de' colori e ne' panni e con grazia e con giudicio tutte le sue figure.
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