Trovasi, per l'openione di molti che ciò scrissero, che Tommaso attese alla scultura et in quella arte lavorò una figura di marmo nel campanile di Santa Maria del Fiore di Firenze, di braccia quattro, verso dove oggi sono i Pupilli. In Roma similmente condusse a buon fine, in San Giovanni Laterano, una storia dove figurò il papa in piú gradi, che oggi ancora si vede consumata e rosa dal tempo di malissima sorte. Dicono che Tommaso fu persona maninconica e molto solitaria, ma nell'arte amorevole e studiosissimo, come apertamente si vede in Fiorenza nella chiesa di San Romeo, per una tavola lavorata da lui a tempera con tanta diligenzia et amore, che di suo non si è mai visto in legno cosa me fatta. Questa tavola è posta nel tramezzo di detta chiesa a man destra, et èvvi dentro un Cristo morto, con le Marie intorno e co' Niccodemi, accompagnati di altre figure, le quali con amaritudine et atti dolcissimi et affettuosi piangono quella morte, torcendosi con diversi gesti di mani e battendosi di maniera che nella aria del viso si dimostra assai chiaramente l'aspro dolore del costar tanto i peccati nostri. Et è cosa maravigliosa a considerare, che e' penetrasse mai con lo ingegno in sí alta imaginazione. Questa opera è sommamente degna di lode, non tanto per il suggetto della invenzione, quanto per avere egli mostrato in alcune teste che , piangono, che ancora che il lineamento si storca nelle ciglia, negli occhi, nel naso e nella bocca di chi piagne, e' non guasta però, né altera una certa bellezza che suol molto patire nel pianto da chi non sa valersi de l'arte.
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