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      Costui non si curò altrimenti di trarre de le sue fatiche quel premio che molti de' nostri artefici stimano oggi sopra la fama, della quale veramente fu assai piú avaro Tommaso, che delle ricchezze e de i comodi nella vita. E del suo vivere poveramente contentandosi, cercò con ogni sua diligenza sodisfare piú altri che se stesso. Laonde venuto, per la straccuratezza del mal governarsi e per la fatica dello studiare nel mal del tisico, d'età d'anni XXXII passò di questa vita, e da' parenti suoi gli fu dato sepoltura fuor di Santa Maria Novella, alla porta del Martello, allato al sepolcro di Bontura, e fugli fatto questo epitaffio:
     
      HEV MORTEM INFANDAM MORTEM QVAE CVSPIDE ACVTACORDA HOMINVM LACERAS DVM VENIS ANTE DIEM.
     
      Lasciò costui piú fama che facultà dopo la morte sua, e rimasero suoi discepoli Giovanni Tossicani, Michelino, Giovan dal Ponte e Lippo, i quali furono assai ragionevoli maistri di questa arte. Furono le sue pitture nel MCCCXLIX. ,
     
      GIOVANNINO DAL PONTE
     
      Pittore Fiorentino
     
      Dice uno antico nostro proverbio: A goditore non mancò mai roba, e verificasi certamente nella azzion di molti per non dire però di infiniti. I quali hanno il cielo sí benigno e tanto propizio, che e' ne tiene cura particulare, e porge loro continovamente aiuto e sussidio, senza che essi vi pensin mai, come sempre aiutò Giovannino da Santo Stefano a Ponte di Fiorenza. Costui, essendo naturalmente inclinato alle comodità e piaceri del mondo, non si curò molto di venir perfetto nella arte come e' poteva, anzi, mandando male il suo patrimonio e venendoli in mano alcune eredità e nella arte guadagni continovi, piú per sorte che per merito, per attendere piú alle baie che all'opra, consumò il tempo, la roba e se stesso.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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