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      Atteso che se mai a nessuna cosa non si desse principio, non crescerebbono di miglioramento le parti di mezzo, e non verrebbe il fine ottimo e di bellezza maravigliosa. Meritò dunque Duccio Sanese, pittor molto stimato, portare il vanto di quegli che dopo lui sono stati molti anni, avendo in Siena, nei pavimenti del duomo, dato principio di marmo a i rimessi delle figure di chiaro e scuro, nelle quali oggi i moderni artefici hanno fatto le maraviglie che in essi si veggono. Attese costui alla imitazione della maniera vecchia, e con giudizio sanissimo diede oneste forme alle sue figure, le quali espresse eccellentissimamente nelle difficultà di tale arte. Egli di sua mano ordinò e disegnò i principii del detto pavimento, e nel duomo fece una tavola, che a suo tempo si mise allo altar maggiore e poi ne fu levata per mettervi il tabernacolo del Corpo di Cristo ch'al presente si vede. Fece ancora per Siena, in campo d'oro, assai tavole, et in particulare una in Fiorenza in Santa Trinita. Dipinse poi moltissime cose in Pisa, in Lucca et in , Pistoia per diverse chiese, che tutte furon lodati in dette città, onde gli acquistarono nome e fecero grandissima utilità. Costui non si sa dove morisse, né che parenti o facultà lasciasse. Basta che per avere egli lasciato erede l'arte de la invenzione della pittura nel marmo di chiaro e scuro merita per tal beneficio nell'arte commendazione e lode infinita, onde sicuramente si può annoverarlo fra i benefattori ch'allo essercizio nostro aggiungono grado et ornamento.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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