Ritornò a Fiorenza et a Nuovoli nel contado dipinse un tabernacolo. E perché molto studiava le cose di Dioscoride nelle erbe, piacendogli intendere le proprietà e virtú di esse, abbandonò la pittura e diedesi a stillar semplici e cercar quegli con ogni studio. Cosí di pittore medico divenuto, molto tempo seguitò questa arte, finché infermo di mal di stomaco, in breve tempo finí il corso della sua vita, dolendo agli amici suoi la morte di lui, per essere egli stato non meno medico esperto che diligente pittore, avendo infinite esperienze fatto nella medicina a quegli che di lui ne' suoi bisogni s'erano serviti. Per il che lasciò al mondo di sé bonissima fama nell'una e nell'altra virtú. Furono l'opre sue nel MCCCLXXX.
Fu suo discepolo Gherardo Starnini fiorentino, il quale molto lo imitò e gli fe' continovamente onore eccessivo. Né mancò, alla morte di Antonio, chi lo onorasse con questo epitaffio:
ANNIS QVI FVERAM PICTOR IVVENILIBVS ARTISME MEDICAE RELIQVO TEMPORE COEPIT AMOR
NATVRA INVIDIT DVM CERTO COLORIBVS ILLIATQVE HOMINVM MVLTIS FATA RETARDO MEDENS
ID PICTVS PARIES PISIS TESTATVR ET ILLISAEPE QVIBVS VITAE TEMPORA RESTITVI. ,
IACOPO DI CASENTINO
Pittore
Già molti anni s'era udita la fama et il romore delle pitture di Giotto e de' discepoli suoi perché molti, volenterosi di arricchire nella povertà per mezzo dell'arte della pittura, caminavano inanimiti dalle speranze dello studio e dalla inclinazione della natura, e si pensavano, quella esercitando, avanzare di eccellenza e Giotto e Taddeo e gli altri pittori.
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