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      Fece in una storia, quando San Girolamo impara le prime lettere et il maestro che ha fatto levare a cavallo un fanciullo addosso ad un altro. Il quale, mentre che per il duolo della sferza mena le gambe, pare che gridando tenti mordere l'orecchio a colui che lo tiene; il che con grazia molto leggiadramente espresse Gherardo come persona che andava ghiribizzando le cose della natura. Similmente nel testamento di San Girolamo per esser vicino a morte, contraffece alcuni frati, i quali chi scrivendo e chi ascoltando, osservano l'ultime parole del lor maestro con grande affetto. La quale opra gli acquistò appresso agli artefici grado e fama, et i costumi, con la dolcezza della pratica, grandissima riputazione. Fu similmente di mano di Gherardo il San Dionigi alla Parte Guelfa a sommo della scala, nella faccia dinanzi, fatto nella ricuperazione di Pisa l'anno MCCCLXVI; il quale per esser ben colorito e meglio lavorato a fresco, è , stato sempre tenuto pittura degna di molta lode. E cosí si tiene al presente per essersi mantenuta fresca e bella, come se ella fusse fatta pur ora. Venuto dunque Gherardo in riputazione e fama grandissima nella patria e fuori, la morte, invidiosa e nimica sempre delle virtuose azzioni, in su il piú bello dello operare, troncò la infinita speranza di molto maggior cose che si aveva promesso il mondo di lui. E cosí nella età di anni XLVIIII inaspettatamente giunto a 'l suo fine, con esequie onoratissime fu sepellito nella chiesa di San Iacopo sopra Arno.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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