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      Il che gli diede animo, essendo il luogo molto onorato et il premio conveniente, a dar fama alle sue pitture et ornare con sí bella occasione la sua patria e la propria gloria; presago, come fu il vero, che questa dovesse esser la vera strada da fare utile et onore non piccolo et a se stesso et a' descendenti. Lavorò Taddeo per Siena molte pitture, nelle quali si vede certamente diligenzia e studio grandissimo. Né restò per lui che affaticandosi del continovo, non divenisse piú eccellente di quello che egli era. Ma la indisposizione di un male oppilativo, lo assassinò di maniera, che ella gli impedí quella ottima voglia che gli fu sempre fissa nello animo mentre che e' visse. Morí Taddeo di anni LIX e le pitture sue appariscono del MCCCCVII. E col tempo gli fu poi fatto questo epitaffio:
     
      TADDAEVS BARTOLVS SENENSIS HIC SITVS EST CVM PINGENDI ARTIFICIO QVOD IPSE MITISSIMIS ET HVMANISS MORIBVS TVM SVAVITATE INGENII QVAM OPERIBVS SVMMO STVDIO ELABORATIS ET PLANE PERFECTIS VICISSIM EXORNAVERATIMMORTALITATE DIGNISSIMVS.
     
      Lasciò Domenico Bartoli suo nipote e discepolo, che attendendo alla arte della pittura, dipinse con maggior pratica le figure; e nelle istorie che e' fece mostrò molto piú copiosità, variandole in diverse cose. Sono nel pellegrinario dello Spedale grande di Siena due storie grandi lavorate in fresco da Domenico, dove qualche prospettiva e qualche ornamento garbatamente fece apparire. Dicesi essere stato Dome,nico molto modesto e gentile e d'una singulare amorevolezza e liberalissima cortesia, la quale non diè manco nome alle buone qualità sue che l'arte stessa della pittura.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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