Fu di man sua il tabernacolo a fresco in sul canto delle monache di Fuligno e sopra alla porta della chiesa loro una Nostra Donna con alcuni santi, fra i quali si vede San Francesco il quale sposa la Povertà. Fu condotto in Arezzo, e vi dipinse la cappella maggiore di San Bernardo, convento de' monachi di Monte Oliveto, con la storia di San Bernardo, fatta fare da M Carlo Marsupini. Et inoltre cominciò la cappella di Francesco Bacci Vecchio in San Francesco d'Arezzo similmente, a la quale finita la volta, ammalò di mal di petto e poco andò che guarito se ne tornò in Fiorenza e fece la sala vecchia di casa Medici nella Via Larga a Pier Francesco Vecchio.
Ebbe Lorenzo due figliuoli, Bicci e Neri, i quali furono ambidue pittori, non quali il padre il quale imitarono il piú che poterono. Per il che Bicci gli aiutò finire la cappella de' Martini in San Marco, et infinite opere in Fiorenza e per il contado lavorarono; e Neri dipinse a fresco in Ogni Santi la cappella de' Lenzi insieme con la tavola, dove ritrasse se medesimo vicin a Lorenzo suo padre. Et allo Ordine Camaldolese infinite opere fece, e similmente nel chiostro di San Brancazio e nella chiesa lavorò cose che non fa mestiero raccontarle. Ma Lorenzo, divenuto già vecchio, nella età di LXI anni ammalò di male di febbre ordinario, et appoco appoco si consumò, desiderando pure ritornare ad Arezzo a finire l'opra da lui cominciata, la quale, dopo la morte di Lo,renzo, finí Pietro dal Borgo a San Sepolcro. Fu dopo che spirò da Bicci e da Neri pianto et infine con infiniti sospiri a la sepoltura accompagnato, e dolse la morte sua universalmente a tutti gli amici.
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