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      Ritrovossi la bellezza e varietà de' capitelli e delle cornici, in tal modo che si vide le piante de' tempii e de gli altri suoi edifizi esser benissimo intese, e le fabbriche ornate, magnifiche e proporzionatissime, come si vede nella stupendissima machina della cupola di Santa Maria del Fiore di Fiorenza, nella bellezza e grazia della sua lanterna, ne l'ornata, varia e graziosa chiesa di Santo Spirito, e nel non manco bello di quell'edifizio di San Lorenzo, nella bizzarissima invenzione del tempio in otto facce degli Angioli, e nella ariosissima chiesa e convento della Badia di Fiesole, e nel magnifico e grandissimo principio del palazzo de' Pitti. Oltra il comodo e grande edifizio che Francesco di Giorgio fece nel palazzo e chiesa del Duomo , di Urbino, et il fortissimo e ricco castello di Napoli, e lo inespugnabile castello di Milano, senza molte altre fabbriche notabili di quel tempo, et ancora che e' non ci fussi la finezza et una certa grazia esquisita et appunto nelle cornici, e certe pulitezze e leggiadrie nello intaccar le foglie e far certi stremi ne' fogliami, et altre perfezzioni che furon di poi, come si vedrà nella terza parte, dove seguiteranno quegli che faranno tutto quel di perfetto nella grazia, nella fine e nella copia e nella prestezza che non feceno gli altri architetti vecchi, nondimeno elle si possono sicuratamente chiamar belle e buone. Non le chiamo già perfette, perché, veduto poi meglio in questa arte, mi par potere ragionevolmente affermare che le mancava qualcosa.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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