In Lucca fece per la moglie a Paolo Guinigi signor di quella città, nella chiesa di San Martino, una sepoltura la quale alla cappella della comunità è restata, et in quel luogo alcuni fanciulli in , un fregio con festoni di marmo, e la cassa e la figura morta all'entrata della sagrestia: la quale con diligenza lavorando, a' piedi di essa fece nel medesimo sasso un cane di tondo rilievo per la fede portata al marito. Transferissi poi a Bologna dove gli fu allogato da gli operai di San Petronio, la porta principale di quel tempio di marmo a figure e storie e fogliami lavorata, nella quale ne' pilastri che reggono la cornice e l'arco, sono cinque storie per pilastro, le quali condusse di basso rilievo. E nello achitrave ne fece altre cinque, le quali furono e sono tenute cosa lodevole. E dentro a quelle intagliò da la creazione del mondo fino a Noè. E nell'arco fece tre figure di tondo rilievo, la Nostra Donna et il putto con due santi da lato: la quale opera fu da lui lavorata con grande amore e con somma diligenzia, e fu cagione di cavare d'uno errore i Bolognesi che non pensavano che si potessi far meglio che una tavola fatta da' maestri vecchi, quale è in San Francesco all'altar maggiore nella città loro, qual fu di mano di alcuni Todeschi che doppo i Gotti lavororono della maniera vecchia piú che altri che facessero in que' tempi. De' quali si vede ancora opere assai per Italia fatte da loro, come la facciata di Orvieto e la tavola di marmo del Vescovado di Arezzo, et in Pisa nel Duomo, et a Milano nel Duomo, e per la città in diversi luoghi.
| |
Lucca Paolo Guinigi San Martino Bologna San Petronio Nostra Donna Bolognesi San Francesco Todeschi Gotti Italia Orvieto Vescovado Arezzo Pisa Duomo Milano Duomo
|