E cosí in quello ufficio tre anni visse, con molta grazia di quella città, e fu utilissimo per quel tempio e per quella fabbrica, la quale non fu mai prima cosí ben maneggiata da alcuno, essendo egli molto gentil persona. Ora per le fatiche già fatte, stanco e vecchio divenuto, di questa vita all'altra passò, et in Siena da' suoi cittadini con amare lagrime onorato, meritò sepolcro nel Duomo, non cessando eglino con epigrammi latini e rime volgari inalzare con debite lode le bellissime opere, la vita e gli onestissimi costumi suoi, l'anno MCCCCXVIII. Il che hanno fatto ancora gli strani, come si vede per questo epitaffio:
IACOBO QVERCIO SENENSI EQVITI CLARISSIMO STATVARIAEQVE ARTIS PERITISS , AMANTISSIMOQVE VTPOTE QVI ILLAM PRIMVS ILLVSTRAVERIT TENEBRISQVE ANTEA IMMERSAM IN LVCEM ERVERIT AMICI PIETATIS ERGO NON SINE LACHRYMIS P.
Aggiunse Iacopo all'arte della scultura un modo molto di bella maniera, e levò gran parte di quella vecchia che avevano usata gli scultori inanzi a esso, nel fare le figure in maestà senza torcersi e svoltare le attitudini, e morbidamente s'ingegnò gli ignudi di maschi e di femmine far parere carnosi, e di leccatezza pulitamente il marmo cercò finire con diligenza infinita.
NICCOLÒ D'AREZZO
Scultore
Non è sempre vero il proverbio antico di noi toscani: tristo a quello uccello che nasce in cattiva valle, perché, se bene la maggior parte degli uomini si stanno ordinariamente piú che volentieri nel paese dove e' son nati, e' si vede pur bene spesso che molti ancora se ne vanno altrove, a cagione di imparare e di apprendere fuori quello che a casa non si può fare, essendo comunemente (eccetto le città grandi, che non sono però molte) ogni luogo particulare, mal fornito de' suoi bisogni, e massimamente de le scienzie e di quelle arti chiare et egregie, che danno utile e fama insieme a chi vuol durarvi fatica.
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Siena Duomo Iacopo
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