Ma rimanendo a dietro in tale opra se ne partí et, a Milano trasferitosi, nel Duomo fece di marmi alcune cose bellissime. Essendo poi divenuto vecchio, volsero gli Aretini fare allogazione de la sepoltura di Guido Pietramalesco Signore e Vescovo loro, già morto, e per Niccolò mandarono. Perché da Milano a Bologna condottosi, quivi morí in pochi giorni, et essi de la sepoltura fecero allogazione a maestro Agostino et ad Agnolo sanesi, i quali la finirono e posero nel vescovado alla cappel,la del Corpus Domini, la quale sepoltura, per le guerre e per vendette fatte contra quel vescovo, si truova oggi rotta in piú pezzi. Visse Niccolò anni LXVI e furono l'opere sue nel MCCCCXIX. Et ebbe dopo morto questo epitaffio:
NICOLAVS ARETINVS SCVLPTORNIL FACIS IMPIA MORS CVM PERDIS CORPORA MILLE
SI MANIBVS VIVVNT SAECLA REFECTA MEIS.
DELLO
Pittor Fiorentino
Gran cosa è che sempre la maladizzione della invidia in ogni tempo abbia potuto macchiare la virtú de' begli animi che ci sono nel biasimar l'opere, ma molto piú ch'e' ne offenda il veder quegli che si ingegnano, rilevandosi con la virtú, da la bassezza venire in alto e che i popoli, che in vilissimo grado quegli hanno conosciuti, non possino sopportare gli onori e le dignità date in premio alle onorate fatiche loro. Anzi continuo con villania beffino altrui, o con grida o con sonetti sempre detraendo all'opere loro, gli schernischino senza fine, cercando far scemare co 'l biasimo tutto quello che e' dovrebbano tentare di accrescere con le lodi.
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