A Napoli fece la sepoltura dello Infante, fratello del Re Alfonso e Duca di Calavria, della quale grandissima parte ne lavorò in Fiorenza. Dicono che Luca fu molto costumata e savia persona et alla religione cristiana mirabilmente devoto.
Lasciò Andrea suo nipote, che ne i lavori di terra fu molto pratico e valente, e sempre lavorò invetriati mentre ch'e' visse. Fece una cappella di marmo fuor d'Arezzo a Santa Maria delle Grazie, per ornamento di quella devozione. Visse Andrea anni LXXXIII, e lasciò molti figliuoli, i quali a gli invetriati attendevano similmente come esso. De i quali il minore, chiamato , Gerolamo fece opre di marmo lodate e stette per lungo tempo in Francia, et anco Luca suo fratello vi condusse.
E per tornare a Luca vecchio, essendo egli d'anni LXXV, e fieramente di mal di renella aggravato, non potendo resistere al dolore che tale malattia gli dava passò di questa a miglior vita, et in San Piero Maggiore da' mestissimi figliuoli fu sotterrato l'anno MCCCCXXX. E co 'l tempo fu onorato con questi versi:
Terra vivi per me cara e graditaChe alle acque e a' ghiacci come il marmo induri;
Perché quanto men cedi o ti matturiTanto piú la mia fama in terra ha vita.
Ancora che gli invetriati nelle figure di terra cotta non siano in istima grandissima, son molto utili e perpetui e necessarii; atteso che, dove non possono reggere le pitture o per gli ghiacci o per gli umidi o per i luoghi acquidosi, questa specie di figure servò come s'è visto al Sasso della Vernia in Casentino, che per tal colpa altro che gli invetriati non restano; onde Luca della Robia merita somma lode, avendo alla scultura questa parte aggiunta, potendosi con bellezza e con non molta spesa ogni luogo acquatico et umido abbellire.
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