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      Né si vede cosa, che piú desti gli animi delle , genti e faccia parere loro men faticosa la disciplina de gli studi, che l'onore e l'utilità che si cava poi dal sudore delle virtú; percioché elle rendono facile a ciascheduno ogni impresa difficile, e con maggiore impeto fanno accrescere la virtú loro, quando con le lode del mondo s'inalzano. Perché infiniti, che ciò sentono e veggono, imparando da 'l buono, si mettono alle fatiche, per venire in grado di meritare quello che veggono aversi meritato un suo compatriota. E da questo nasceva ne gli antichi che le città in bellezza si mantenevano, per giustamente guiderdonare coloro che se medesimi e le loro patrie onoravano; e però tutti gli artefici che per questa via caminarono, o tardi o per tempo sono stati riconosciuti: come fu Lorenzo di Cione Ghiberti altrimenti di Bartoluccio. Il quale, per mostrar l'amore che prima a se stesso, poi alla sua patria portava, meritò da Donato scultore e Filippo Brunelleschi architetto e scultore, eccellenti artefici, essere posto nel luogo loro conoscendo essi in verità, ancora che il senso gli stringesse forse a fare il contrario, che Lorenzo era migliore maestro di loro nel getto. Fu veramente ciò gloria di quegli e confusione di molti, i quali presumendo di sé, si mettono in opera et occupano il luogo delle altrui virtú, non però facendo eglino frutto alcuno, ma penando mille anni nel fare una lor cosa, sturbano et opprimono la scienzia de gli altri con malignità e con invidia grandissima.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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