Per il che Filippo, il quale ancor che fusse provocato a ira, mai si adirava per cosa che li fusse detta, stette cheto molti mesi, tanto ch'e' condusse di legno un Crocifisso della medesima grandezza, di tal bontà e sí con arte, disegno e diligenza lavorato, che nel mandar Donato a casa innanzi a lui, quasi ad inganno (perché non sapeva che Filippo avessi fatto tale opera) un grembiule che egli aveva pieno di uova e di cose per desinarle insieme, gli cascò mentre lo guardava uscito di sé per la maraviglia e per la ingegnosa et artifiziosa maniera che aveva usato Filippo nelle gambe, nel torso e nelle braccia di detta figura, disposta et unita talmente insieme, che Donato, oltra il chiamarsi vinto, lo predicava per miracolo. La qual opera è oggi posta in Santa Maria Novella, fra la cappella de gli Strozzi e de' Bardi da Vernia, lodata ancora da i moderni per il medesimo infinitamente. Laonde vistosi la virtú di questi maestri veramente eccellenti, fu lor fatto allogazione dall'Arte de' Beccai e dall'Arte de' Linaiuoli, di due figure di marmo, da farsi nelle lor nicchie che sono intorno a Ort San Michele, le quali Filippo lasciò fare a Donato da sé solo, avendo preso altre cure, e Donato le condusse a perfezzione. Era l'anno MCCCCI che s'era deliberato, vedendo la scultura essere salita in tanta al,tezza, di rifare le due porte di bronzo del tempio e batisteo di Santo Giovanni, perché da la morte di Andrea Pisano in qua, non avevono avuti maestri che l'avessino sapute condurre.
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